RIFLESSIONI

Il romanzo storico

Tutti scrivono libri storici. TUTTI! Ma proprio TUTTI !!!

È un’epidemia bella e buona: spadoni a due mani medievali, gladii romani, etere greche con le poppe al vento, highlander in gonnellino, affascinanti ussari dallo sguardo assassino, pulzelle in crinolina.  Ho visto persino principesse giapponesi e capi mongoli.
Nel fantasy, poi, l’ambientazione romana va per la maggiore. Che c’è di meglio di un centurione che lotta contro il male?
Vi dirò, anche io ho scritto un fantasy di ambientazione romana, quindi, credetemi, non sto sfottendo nessuno.
Ma questo non significa che lascerò passare tutte le boiate che mettete su carta. Perché le boiate storiche mi fanno venire l’orticaria. Comincio a grattarmi, divento tutta rossa e poi mando fuori tuoni come Giove Pluvio.

Ma basta con la pars destruens (cioè con le invettive che distruggono tutto)! Vai coi consigli, per le poppe di Diana!

Benissimo!

Aprite le orecchiette belle con le cime di rapa (mia frase tipo coi miei alunni).

1)  Se non avete mai visto un gerundivo in vita vostra, se non sapete che cosa sia un aoristo, se non sapete distinguere una lupara da un lupanare, se avete fatto l’istituto professionale per parrucchiere e non avete mai aperto un saggio di storia, fateci un favore: ASTENETEVI! Farete solo figure del cacchio. E non coi super esperti, che troverebbero il pelo nell’uovo in qualsiasi cosa. Farete una figuraccia con chiunque abbia fatto un liceo e durante le lezioni di storia abbia fatto altro che giocare a carte o contemplare le caccole del proprio naso.

2) C’è una soluzione al punto 1: studiate!!! Volete descrivere la casa di Aulo Coruncario? Bene. Partite da internet. Questo non significa limitarsi a Wikipedia. Esistono gli archivi online delle tesi di laurea. Spulciateli.

3) Finito di cercare nel web, cuccatevi i testi di archeologia che giacciono polverosi sullo scaffale della biblioteca rionale. E se lì non c’è nulla, andate in quella più grande della città o nell’università più vicina. Vi stupirà scoprire che ci sono libri quasi su tutto. Basta cercare. E ci sono bibliotecari che vi aiutano. In Sormani, a Milano, c’è una stanzetta che si chiama “Ufficio Ricerche”. Qui un autentico topo di biblioteca DOC sceglierà le parole chiave giuste per stanare quell’oscuro libercolo che si nasconde timido tra quei due tomi arroganti. Sì, lui, proprio lui, mai toccato da mani umane. Eppure preziosissimo.

Risultati immagini per biblioteca

4) Contattate gli esperti. C’è un esperto per tutto, dalla fisica quantistica agli usi e costumi delle tribù neolitiche della Francia del sud. Rompetegli le scatole. Scoprirete che, dopo un’iniziale diffidenza, sarà entusiasta di aiutarvi. Gli umanisti sono tra i ricercatori più bistrattati. Reputati inutili dal 90% della popolazione mondiale, vivono sbiaditi momenti di gloria solo durante i convegni del loro settore. Qui se la cantano e se la suonano. Ma se un aspirante scrittore chiede informazioni, a patto che non sia troppo idiota, si accendono come lampadine. Vi capita un luminare spocchioso? Cambiatelo. Magari col suo acerrimo nemico accademico. Tiè!

5) I nomi: andate a leggervi dei testi dell’epoca, per la miseria. Saccheggiate le commedie di Plauto o le novelle di Boccaccio o romanzi del Settecento, a seconda del periodo scelto. Per esempio, a Roma, fino a una certa epoca, c’erano i tria nomina, ovvero i tre nomi: Caio Giulio Cesare. I figli, udite udite, avevano lo stesso nome, con piccole varianti: Gneo Giulio Cesare, Primo Giulio Cesare, Quinto Giulio Cesare. Le donne, invece, non avevano un vero nome. Caia, Secunda, Publia… Oppure prendevano la versione femminile del nome della gens, ovvero Giulia. Non v’inventate Aufidia Plautilla Azia Fanculia Secunda. Non ha senso. E anche se vi fa schifo, fatevene una ragione: nel Quattrocento c’era gente che si chiamava Vitellozzo Vitelli.

6) Che si comportino secondo i canoni della loro epoca. E che parlino in modo adeguato. Non esistevano tenere vergini medievali che apostrofavano il cavaliere di turno dicendogli: “Vieni bello, che ti condisco la zucchina!” (neppure se è un’ucronia). Sì, okay, il sesso esisteva anche nel Medioevo, ma la rivoluzione sessuale è una cosa recente.


7) Stilate una cronologia. Non mi fate incontrare Lucio Emilio paolo con Augusto, a meno che non viaggino nel tempo.

8) Calcolate i tempi e i mezzi di comunicazione. Ci sono pagine Web dove puoi inserire due luoghi e ti dice il tempo di percorrenza a piedi, a cavallo, in carro. Non c’erano gli aerei e neppure i telefoni.

9) A questo punto dovete decidere quanto volete rimanere aderenti alla realtà storica, il che non significa stravolgere ogni cosa, ma capire se il vostro sarà un romanzo ucronico o storico.
Nel primo caso, tuttavia, non potete permettervi qualsiasi cosa. Okay, volete scrivere un testo sull’antica Roma in cui gli alieni hanno introdotto tecnologie avanzate. Ottimo! Ma se i Romani non parlano da Romani, non ragionano da Romani, non hanno nulla di Romano, spiegatemi perché ambientarlo a Roma, porca puzzola!

https://roma.repubblica.it/images/2013/04/19/183302634-31577c17-340c-4cf6-b757-ffd3b5d6cd8f.jpg

10) Dall’altro lato, non cadete nella trappola di farvi legare le mani dalla storia. Io sono un po’ maniacale e a volte mi sento soffocare dalla mole di dati. In quel caso faccio un bel respiro ed elimino il superfluo. Le vostre ricerche sono come le mutande nel cassetto del vostro personaggio: non è necessario mostrarle, descriverle minuziosamente. Basta che al momento opportuno il nostro eroe le indossi… o le tolga. Basta che sappiate, in fondo al vostro animo, che Aulo Coruncario (sempre lui) sotto la tunica portava un perizoma e non un paio di boxer. Spargete le vostre conoscenze come pennellate qua e là.

Ultimo consiglio: se siete sopravvissuti a questo post, buttatevi pure nel magico mondo del romanzo storico. Se invece vi siete rotti gli zebedei a metà o avete avuto un conato alla parola “studio”, fate altro!

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Le immagini sono tratte dal Web. Quelle coi fumetti sono state modificate da me.

Questo post è comparso su DrFantacat

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