RIFLESSIONI

I PERSONAGGI

Come si costruisce un personaggio? Quali sono le trappole insidiose di fronte alle quali può trovarsi uno scrittore? Quelle che vi propongo non sono regole che hanno pretesa di universalità, ma solo riflessioni scaturite dagli anni che ho dedicato alla scrittura creativa. Penso infatti che ogni autore abbia la sua tecnica per creare i propri personaggi.

Lasciate che i personaggi vengano a voi

L’idea di un personaggio può nascere da molte diverse suggestioni. A volte parte da un incontro fortuito con uno sconosciuto sul tram, altre da un vicino di casa rompiscatole, altre ancora da una lontana cugina, o magari è una persona pubblica a farci da musa. E non parliamo dei protagonisti di libri altrui, che possono intrufolarsi più o meno abusivamente nelle nostre storie. Essenziale è accogliere questi suggerimenti e tenerli da parte, in un cassetto della memoria, proprio come quei vestiti della nonna che all’improvviso tornano di moda.

Quanta gente interessante possiamo incontrare su un tram?

Non si butta via niente. Ma dovete essere aperti, ricettivi. Se vi chiudete in casa, i vostri personaggi sapranno di muffa.

L’alter ego

Nei nostri personaggi c’è sempre qualcosa di noi. Chi ci conosce ritrova in loro certi nostri tic, abiti mentali, paure, sogni. Ma stiamo attenti: l’autobiografia è una tentazione di tutti gli scrittori. Con molti effetti collaterali. Siete proprio certi che al lettore interessi la vostra vita? Trovate di avere la stoffa dell’eroe? E, soprattutto, come giocherete il difficile rapporto tra realtà e finzione letteraria? Giulio Cesare scrisse il De bello gallico, l’autobiografia della sua campagna in Gallia, in terza persona anche per dare un’illusione di obiettività.

Altro rischio è quello di creare eroi tutti uguali, veri e propri autoritratti, che finiscono per annoiare il lettore.

Alla luce di tutto ciò credo che sia meglio proporre personaggi che ci somigliano, ma si discostano da noi.

Vi faccio un esempio. Chiara in Devaloka è un’antropologa che ha studiato la religione in India, il che la fa assomigliare molto a me. La mia esperienza sul campo per il dottorato in antropologia della religione è stata preziosa per delineare la sua personalità. Al tempo stesso, però, Chiara ha comportamenti, atteggiamenti e una storia personale differenti dalla mia. Per esempio, ha la tendenza ad avere relazioni con i preti, un elemento che, vi assicuro, non è autobiografico. Quanto alle esperienze che vive, vi posso assicurare di non essere mai stata su un pianeta alieno.

Tic, pregi e difetti

Quando insegno ai miei alunni delle scuole medie a creare personaggi, a descriverli, uso il metodo della scheda dei personaggi dei giochi di ruolo. Per chi non avesse mai provato a fare uno di questi giochi, si tratta di schemi che riassumono caratteristiche, difetti e abilità del PG (personaggio secondo la terminologia tecnica). In genere a ogni giocatore è attribuito un punteggio fisso che deve distribuire all’interno della scheda. Ciò implica che non possiamo avere un PG che ha tutte le qualità al massimo grado o che sa fare tutto. Un complesso sistema di bonus e malus consente di dare vita a personaggi il più possibile credibili. Ogni giocatore è invitato a inventare una storia di background. Quando lavoro con i ragazzi, semplifico la scheda, ma il concetto alla base resta questo.

Una tipica scheda di Dungeons and Dragons sulla falsa riga della quale creo le schede per i personaggi per i miei alunni.

Questo metodo, ovviamente, ha molti limiti soprattutto per un autore adulto. Alcuni popolari programmi di videoscrittura pensati per scrittori, come Scrivener, propongono una sezione molto simile, nella quale catalogare tutti i personaggi. Un lavoro che si può fare anche in modo artigianale senza software dedicati.

Questi sistemi aiutano a bilanciare pregi e difetti, a dare spessore al personaggio inventandone la storia, individuandone gli obiettivi, le paure, i conflitti interiori. Di solito includono una breve descrizione fisica, o, se volete, lo spazio per un’immagine (di questo parlerò più avanti).

Inoltre, sono molto utili per non fare confusione di nomi e per evitare che il nostro eroe abbia gli occhi azzurri a pagina 4 e verdi a pagina 54.

Non siatene schiavi. Si fa presto a chiudersi in una gabbia con le proprie mani. Potreste scoprire a pagina 200 che vi sembra più azzeccato che Mario Rossi sia un pilota di caccia appassionato di cucina invece che un chimico con la passione per il golf. Lasciatevi guidare da lui. Lui sa chi è. Non forzategli la mano.

Personaggi credibili

Una persona che non nomino mi disse che un personaggio che avevo creato non era credibile perché non era abbastanza duro considerato tutto ciò che aveva passato nella sua vita. Gli avrei volentieri regalato un libro di psicologia, nonché alcuni aneddoti personali a riprova che diceva una grande cavolata.

Tuttavia quel tale ha detto una cosa importante. Anche voi avrete sentito dire che si deve scrivere solo di ciò che si conosce. Non prenderei questa massima troppo sul serio. Un autore di fantascienza per esempio, in questo, ha enormi difficoltà. Ma resta il fatto che se siete nati in via Montenapoleone, con il filippino che vi portava fuori insieme al cane mentre la mamma sfoggiava il suo ultimo Versace alla pesca di beneficenza delle Pie Befane della Madonnina, farete fatica a rendere credibile un bambino degli slum di Mumbai, che, per sopravvivere, ha scelto di fare il sicario. Rischierete di cadere nello stereotipo.

Se proprio ci tenete, per renderlo credibile, vi conviene leggere articoli, interviste e autobiografie di persone dalla vita difficile. Molto utile sarebbe anche consultare qualche testo di psicologia. Ma, soprattutto, dovrete uscire dalla vostra vita quotidiana e frequentare le persone più disparate, in modo da collezionare materiale.

Le mutande nel cassetto

Ok, a questo punto avete scelto i vostri personaggi, li conoscete intimamente, li avete calibrati al millimetro. Ma non finisce qui. Ci sono una miriade di dettagli da tenere presenti. Se qualcuno vi chiede di che colore sono le mutande nel cassetto del vostro eroe, dovete saper rispondere con cognizione di causa con coerenza. Se Miss XY è una pantera del sesso, difficilmente avrà solo mutande di cotone bianco a costine. Se una suora fa collezione di tanga con minuscoli strass, dovete spiegarci bene perché. Un ricordo della sua vita passata come ballerina di lap-dance? Un peccato di vanità? La prova della sua condotta scandalosa?

Questo non vuol dire che dobbiate sbattere in faccia a tutti le mutande di suor Faustina. Se del caso, compariranno al momento giusto. Voi sapete come sono fatte, ma il lettore potrebbe non saperlo mai. Eppure, quei tanga aleggeranno muti per la narrazione.

Un volto al personaggio

Come dicevo precedentemente, può essere utile scegliere un’immagine per il nostro personaggio. Quando giocavo di ruolo avevo l’abitudine di disegnare il mio PG sul retro della scheda. Lo faccio ancora, come sanno quelli che mi seguono su Facebook. Un mio amico, invece, preferisce immaginare i propri eroi col volto di attori famosi.

Alcuni miei disegni per Devaloka. Peccato che le mie abilità artistiche non siano tali da dare vita ai personaggi come vorrei.

In ogni caso, non fatevi condizionare da questi disegni o fotografie. Innanzitutto, non è assolutamente necessario raccontare al lettore che aspetto ha il personaggio. Chissenefrega se i suoi capelli sono castani o biondi? Come per altre cose (le mutande di cui sopra), conoscere l’esatta sfumatura del colore degli occhi dei vostri eroi non vuol dire che dobbiate necessariamente farne sfoggio all’interno del racconto, a meno che ciò non abbia un’utilità. In Devaloka, per esempio, Wade viene descritto semplicemente perché la sua fisicità colpisce l’immaginazione di Chiara, che ne è subito attratta. Di Chiara, invece, credo di non avere neppure detto se è bionda o bruna.

Alcuni autori ci sommergono letteralmente di descrizioni nella pia illusione che questo aiuti a contraddistinguere i vari personaggi. Purtroppo, però, non tengono conto del fatto che la maggior parte della popolazione mondiale ha i capelli castani, che non basta dire che una persona è di colore per distinguerla da altri milioni con la pelle nera, e che i capelli biondi e occhi azzurri non sempre sono sinonimo di bellezza (ho ben presente un certo rospo, coi denti sporgenti e gli occhi strabici, le cui chiome erano dorate e le iridi blu cielo). Peraltro, ripeto, addentrarsi nella descrizione della particolare forma del naso della vostra eroina potrebbe essere inutilmente ridondante.

Da ultimo, mi pare cortese lasciare al lettore la libertà di immaginare i protagonisti di un libro come gli pare.

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