RIFLESSIONI

SCRIVENER: ALLEATO O TRAPPOLA?

Quanto è importante avere un buon programma di videoscrittura per scrivere bene?

Certo, se non sapete mettere insieme due frasi di senso compiuto, se credete che l’anacoluto sia una perversione sessuale e che la perifrasi sia un’attrazione da luna park, beh, nessun computer potrà aiutarvi. Ma se avete qualcosa da dire e sapete dirlo bene, un buon programma può agevolarvi la vita. 

Questa lezione l’ho imparata da mia zia. La zia Maria scriveva libri per bambini e aveva tre passioni, restando nell’ambito della scrittura: una erano gli articoli di cancelleria più strani; l’altra erano i libri per l’infanzia in lingue che non conosceva ma con illustrazioni e impaginazione accattivanti; la terza erano le macchine da scrivere. Ma non le collezionava, le acquistava solo per usarle, indebitandosi (altra sua passione).

Un’Olivetti elettronica con display

C’era qualche rappresentante dell’Olivetti che l’aveva individuata e ogni tot mesi le proponeva una macchina nuova, più moderna, con tasti che bastava sfiorare. È stato a casa sua che ho provato la prima forma di videoscrittura: scrivevi una riga alla volta su un piccolo display arancione e inviavi quando eri sicura. Wow!

Ma torniamo alla nostra epoca.

Non solo Word

Oggi ci sono vari programmi di videoscrittura, dal blasonato e costosissimo (ma piratatissimo) Word, alle sue versioni opensource.

E poi c’è lui, Scrivener, il software studiato per gli scrittori. Quando me ne hanno parlato, ero scettica, ma poi mi sono lasciata sedurre. Infatti ha alcune funzioni molto interessanti.

Scrivener non ha tanti fronzoli estetici. Potete cambiare il carattere se vi infastidisce quello proposto, ma non è adatto a scrivere Zang Tumb Tumb (per chi non se lo ricordasse, era un’opera di  Marinetti). Anche stampare e condividere non è proprio immediato: prima dovete creare un documento scegliendo il formato più adatto.

Scrivener è uno strumento prima di tutto di progettazione.

Per le sue molte funzioni in modo approfondito rimando ai manuali di Luca Di Gialleonardo, ma ciò non mi impedisce di darvi degli input. 

Un alleato per la scrittura

Facciamo ordine:

1. Il programma ha dei settaggi di default che potete scegliere quando create un progetto (non si tratta dunque di file ma di progetti). Tra questi il formato “Novel” è organizzato con un sistema ad albero sulla sinistra che prevede una suddivisione in capitoli o addirittura in scene. I vantaggi sono enormi. Avete la possibilità di avere sott’occhio la struttura di un romanzo lungo e, nel caso, di spostare i capitoli trascinandoli su o giù. Lo svantaggio è per me una certa ansia che nasce dall’eccessiva progettazione. Alcuni potrebbero sentirsi ingabbiati. Personalmente non potrei mai scrivere suddividendo non solo in capitoli ma in scene. Troppo cerebrale.

2. La numerazione automatica dei capitoli e la possibilità di valutarne la lunghezza onde evitare squilibri sono entrambe una gran trovata.

3. C’è l’opportunità di creare brevi sinossi dei capitoli, applicare etichette (p.es. sul POV), avere sotto mano dati vari (come data e luogo dove si svolge l’azione).

4. Nel nostro albero ci sono aree come quella delle schede personaggi (già formattate ma modificabili) o della Ricerca, dove potete mettere di tutto: un file Excel con pochi a cronologia dei personaggi storici che interagiscono nel vostro romanzo (sul romanzo storico ho già scritto un post), il PDF di una tesi sui buchi neri, immagini etc. 

3. La zona Trash, dove finiscono capitoli e scene tagliati, ma, attenzione, NON frasi cancellate. Quindi o vi create una sorta di capitolo “monnezza” o siete costretti a salvare un nuovo progetto.

4. La conversione o meglio compilazione vi permette di esportare in formati standard per stampare,leggere o inviare che includono PDF mobi .doc etc. Ma è necessario questo passaggio se volete avere il polso della situazione per esempio prima di stampare. Inoltre, il programma vi infila tutto nel nuovo file compilato. Il che è irritante se avete dei capitoli poco graditi o abbozzati che volete escludere.

Tra l’altro Scrivener Costa 45$ che non è questa gran cifra. 

E allora dove sta la trappola?

L’ultima tentazione dello scrittore

La trappola è legata alle nuove tendenze di scrittura che prediligono i flashback chilometrici, gli incisi ipertrofici, i fast forward che manco le audiocassette degli anni 80. Insomma, tutto ciò che va sotto il nome di scrittura non lineare estrema. Se qualche scuola di scrittura o qualche libro di successo vi hanno convinti che questa sia la via maestra per sfornare un romanzo al passo coi tempi, se siete talmente imbottiti di serie TV da esservi assuefatti a queste modalità narrative, potreste trasformare Scrivener in uno strumento diabolico.

“Relatività” di Escher piuò essere un esempio di scrittura non lineare estrema. Insomma, chi ci capisce è bravo.

Infatti, non avrete più bisogno di copiare e incollare alla rinfusa i pezzi della vostra storia dopo aver sparpagliato sul pavimento del salotto i titoli dei capitoli. Vi basterà scrivere la storia in ordire, dal punto A al punto Z e poi spostare i capitoli lungo il vostro albero-menù sulla sinistra dello schermo.

Non siete eccitati alla sola prospettiva?

Una volta cucinato questo pranzo che prevede il dolce al posto dell’antipasto, il contorno nello stesso piatto della lasagna, il bignè in bella mostra accanto all’arrosto, avrete sicuramente trovato un modo per scalare le vette della letteratura contemporanea.

E se qualcuno vi farà delle osservazioni, lo bollerete come antico, retrogrado, noioso. Poi gli mostrerete qualche opera di arte contemporanea in stile banana con lo scotch e lo metterete a tacere. Il poveretto si nasconderà in bagno a piangere e voi sarete famosi.

Se poi a lamentarsi sarà un lettore, ditegli che si deve sforzare. Leggere non è un piacere, è una fatica, una strada in salita. Se non ci capisce una mazza, è lui lo stordito, l’idiota. Come ebbe a dire qualcuno: “Questa è arte! Non avete capito un c***!”

Amen.

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